venerdì 24 ottobre 2008

Una nuova commedia - eccola

Bene, anche l'ultimo dei primi passi è compiuto: adesso la commedia "L'esodo acheo" è stata depositata alla SIAE ed appartiene ufficialmente al patrimonio culturale dell'Umanità. La quale, come di consueto, sentitamente ringrazia e senza rallentare prosegue il suo cammino verso uno dei tanti destini apocalittici annunciati e da lei sdegnosamente ignorati, chiedendosi chi sia questo scalmanato che ogni tanto la scoccia con la creazione di presunti capolavori.
Ma non me la prendo. Mimo magnanimità e proseguo; tanto, non sto insegnando niente a nessuno e qualunque cosa faccia e dica lo faccio per me stesso come, in fondo in fondo, facciamo un po' tutti dal primo vagito all'ultimo respiro. Casualmente, ma solo per caso, una nostra parola o gesto si blocca nei pensieri di qualcun altro e in modo sottilmente invisibile cambia il corso della storia. Ma visto che il futuro non è mai scritto prima, possiamo illuderci che siano state le nostre azioni a modificarlo. O a confermarlo?
Bah, chiacchiere, cacatine di mosca su un ghiacciaio.
Resta una soddisfazione molto privata resa pubblica con questa ed altre vie di pubblicazione. Qualcosa, in fondo, ho fatto.
Si tratta di "L'esodo acheo", mia quindicesima commedia, che ho inserito nella casella "comunque le mie cose". Ad essa ho affiancato un estratto "Menelao" che credo possa rendere vagamente l'idea del suo contenuto senza leggerla tutta.
Naturalmente, è ingannevole.
- Aggiornamento: ho eliminato l'estratto; penso che chi sia seriamente interessato ad una commedia, così come per qualunque opera dell'ingegno (non dico "d'arte"), è giusto che la valuti nella sua interezza. Altrimenti...tanto vale che si beva un'aranciata!

lunedì 13 ottobre 2008

Una nuova commedia - finita!

L'ho finita!
Incredibile, l'ho finita! Venerdì sera ho approfittato di una finestra di solitudine di un paio d'ore e, accompagnato solo da un mal di testa perforante da eccessiva esposizione al monitor, ho dato lo slancio finale ed ho scritto la parola "Sipario" in fondo alla commedia.
È stata una sfida tutta intellettuale a realizzare una narrazione basata su un quadro d'assieme di difficile riconoscibilità per il lettore; non so se ci sono riuscito, ma mi aspetto che per molti sembri un prodotto di Fantasy, salvo scoprire col passare del tempo ed il progredire degli approfondimenti, che l'aderenza alla tesi di Felice Vinci sull'origine degli Achei e ad altre in corso (vedi quelle sui Popoli del Mare, in particolare sugli Shardana), è maggiore di quanto si possa pensare.
C'è storia, c'è passione; ci sono anche ironia e disincanto. Per lo meno: io lo so, ma saranno solo i ritorni dei lettori a farmi sapere se lo scrittore è davvero riuscito a "passarli" ad altri.
In attesa di mettere pubblicamente a disposizione il testo, cosa che avverrà dopo il deposito in SIAE, inserisco in questo post un minuscolo brano, non perché renda l'idea, ma solo perché m'è piaciuto scriverlo.


NESTORE:
Ora và, figlio. A te spetta l’azione, a me l’immobile attesa. Già vedo Giasone ed i miei mitici compagni chiamarmi per un altro viaggio.
(sui versi che seguono, la luce di Nestore scende fino a spegnersi, insieme alla sua voce)
Ferma è la nave nel placido mare,
fiacca la vela in attesa del vento.
Giungo al sorriso del vecchio compagno,
impugno il mio remo, l’impugno ancora…