domenica 1 febbraio 2009

L'esodo è in viaggio

Non è la prima volta che spedisco un mio testo ad un premio, ma la precedente volta ho affrontato la cosa con disincanto e divertimento, ero ancora nella fase del gioco, si potrebbe dire "l'incoscienza della gioventù". Apro e chiudo parentesi: si trattava di "Sapevo benissimo", opera che fu giudicata, fra l'altro, "di difficile rappresentazione"; un mese dopo la portai in scena con il pubblico che rimase incatenato alla sedia perdendo il senso del tempo.
Ma stavolta è stato diverso. Mi tremava la mano riempiendo il modulo d'invio davanti all'impiegata, mi sono detestato per questo. Il fatto è che stavolta ciò che invio è di tutt'altra pasta, è una commedia matura, grande, difficile. Completa. Poche delle persone che l'hanno letta hanno colto questo scatto rispetto alle precedenti. Potrebbe essere considerata una mia impressione, dovuta a qualche circostanza esterna, magari anche alla semplice fatica nel comporre una trama più complessa del solito, oppure al fatto che tengo all'argomento in modo speciale. Può darsi. Per me, però, è solo che...m'è venuta bene. Leggendola con gli iscritti al mio laboratorio serale ne ho avuto la conferma; il piccolo gruppo di neofiti ha faticato, a volte, a cogliere gli accenti di una battuta, il senso di un'altra, anche perché il inguaggio che ho scelto, ingannevolmente attuale, poneva difficoltà aggiuntive a quelle abituali. Ma hanno dato voce ad una cosa che, da spettatore, mi piacerebbe vedere sulla scena, e grazie ai loro sforzi si capiva quello che conteneva, non è poco.
Ora 10 copie di quel testo sono in viaggio per Riccione. Non penso che vincerò qualcosa, se non altro perché si tratta di un testo molto complesso, ad una prima occhiata; alcuni passaggi richiedono l'orecchio interno di un regista pieno d'immaginazione per coglierne le potenzialità...insomma, non è un testo "da concorso". Però almeno 10 giurati lo leggeranno e se anche uno solo lo nominerà a qualcun altro, il mio intento promozionale sarà raggiunto.
Ora l' "Esodo" è in viaggio, e si tratta di una buffa ripetizione semantica.
Anche solo per realizzare questo valeva la pena spedirlo.